Nel 1997 Claudia Cardinale ha ricevuto il David alla Carriera dalle mani di Mario Monicelli, il suo primo regista, che l'ha diretta appena diciannovenne in "I soliti ignoti" quando «non parlava neanche italiano». Da quel primo ruolo, la fedele Carmelina, tutto è cominciato: Claudia ha sempre raccontato di aver trovato i suoi personaggi guardando dentro se stessa, e anche per questo è sfuggita ad ogni cliché in anni in cui altre dive restavano imbrigliate in ruoli spesso simili. Claudia invece, col suo sorriso, la bellezza luminosa e l'umiltà che l'hanno sempre resa unica, con quella voce inconfondibile che nei primi film era stata nascosta, ha cercato la libertà nell'arte e nella vita. Il suo primo David speciale è stato nel 1961 per "La ragazza con la valigia", già diva a 22 anni subito dopo il successo di "Il bell'Antonio" e "Rocco e i suoi fratelli". Nel 1968 ha vinto il primo David come Miglior attrice protagonista per "Il giorno della civetta", nel 1972 è ancora Miglior attrice per "Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata", nel ruolo della prostituta Carmela in cerca di riscatto dall'altra parte del mondo. E se oggi Claudia ci ha lasciati, occupandosi di arte contemporanea fino all'ultimo con la sua Fondazione, resteranno Assuntina di "Un maledetto imbroglio", la ribelle Angiolina di "Senilità", la principessa Dala di "La Pantera Rosa" e la Caracciolo di "La pelle", Jill McBain nella polvere di "C'era una volta il West", Molly di "Fitzcarraldo", semplicemente Claudia, la donna dei sogni di "8 e 1/2" e Angelica Sedara che per sempre ballerà con Tancredi nel "Gattopardo": tutte a ricordarci una fuoriclasse che ha vissuto il cinema come un antidoto ai nostri dolori e un inno alla vita. Buon viaggio Claudia, con immensa gratitudine